La cinta senese
Produzione storica, quella della "cinta senese", che fa parte del medesimo disegno produttivo che s'imperniava anticamente sulla grancia. Una coeva e famosissima rappresentazione, quella del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti, ci rivela, fra molte altre, l'esistenza del maiale di cinta almeno all'inizio del secolo XIV. Altro eccellente testimone è, circa due secoli dopo, Benvenuto di Giovanni con la sua Annunciazione, conservata presso il Museo d'arte sacra della Val d'Arbia di Buonconvento. Quanto ai toponimi, Troiola in Val d'Arbia, è assai esplicito. Proveniente dalla Montagnola senese, forse frutto di un incrocio con razze asiatiche, il maiale di cinta è così detto per la sua caratteristica fascia bianca che si evidenzia sul mantello nero. Per una coincidenza davvero singolare il maiale "cinghiato" si presta bene a rappresentare il bianco e il nero dello stemma senese, ovvero a indicarci la sua natura di semibrado - fra domestico e selvatico, fra maiale e "cinghiale" - e anche il sapore e il colore della sua carne. Oggi, dunque, la secolare esperienza di allevatori e macellai garantisce il sicuro primato dei prodotti che se ricavano (e di ciò fa fede il marchio DOP): prosciutto, mortadella e salamino, capocollo, salsicce, rigatino e gotino, lardo e soppressata, buristo, finocchiona. Porchetta. Rustico abitatore di boschi e resistente alle malattie infettive, il maiale di cinta si trova particolarmente a suo agio nella macchia mediterranea. Si trova nuovamente a suo agio, diremmo, perché è grazie a un'attenta politica che l'ARSIA (Azienda Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione in Agricoltura) è riuscita a salvaguardarne e a valorizzarne la razza. "Testa leggera e distinta, espressiva, con profilo frontonasale rettilineo, musello ampio, occhi a fior di testa e vivaci"
La chianina
Antica tradizione anche quella del bue di razza chianina - o del bove, come qui si dice -, che potremmo senz'altro annoverare fra i simboli, fra i totem di queste campagne. La "Chianina" è, come sappiamo, pregiatissima razza bovina, le cui origini toccano l'antichità etrusca e romana. Proveniente dalla Chiana, la razza annovera esemplari di monumentale bellezza, che sembrano tratti proprio da antichi e marmorei bassorilievi: "collo corto, muscoloso come spalle, garrese e dorso; torace ampio e profondo; stinco solido e leggero; alti i talloni". E sono proprio le straordinarie caratteristiche genetiche - come la statuaria grandezza, la robustezza, la resistenza alla fatica, la facilità al parto, il candore del mantello - a testimoniare la sua antichità e la sua provenienza. Una rigida regolamentazione, che ne seleziona e migliora le caratteristiche morfologiche, impone severe regole nelle varie fasi dell'allevamento assicurando la qualità delle sue carni. Oggi possiamo ammirare gli antichi buoi grazie alla Mostra nazionale dei bovini di razza Chianina, che rinnova l'antica tradizione fieristica della zona.