“Due serrature diverse chiudono la porta del granaio. Due frati ne custodiscono la diversa chiave”
Illustre esempio architettonico di fattoria fortificata, la grancia di Cuna fu costruita dallo Spedale del Santa Maria nel XIV secolo. Si tratta di una struttura fondamentale nel processo di produzione e di conservazione del grano e degli altri generi alimentari, non solo per la val d’Arbia, ma per l’intera economia senese. Chiaramente collegata con il mulino, ben presto diviene ricovero e ristoro per i viaggiatori, assolvendo così alla sua intima natura «ospitaliera» e legandosi fortemente ai bisogni, ed anche alle difficoltà e ai problemi della comunicazione stradale. La fortificazione della grancia, dovuta chiaramente alle turbolente vicende storiche della zona (fra cui le scorribande delle compagnie di ventura e le carestie), è segno, oltreché di una funzione strategica e militare, anche di una grande importanza economica e sociale. Intorno al nucleo dei granai, alle torri, al castrum, si stringe dunque l’abitato, con la chiesa dei santi Giacomo e Modesto. La grancia, si collega ad altre consorelle sparse nel territorio, sotto la naturale ed originaria egida del Santa Maria, a cui appartiene fino al tardo XVIII secolo. Così, se la struttura ricettiva offre riparo e riposo e contribuisce a rendere percorribile la via, quest’ultima, dal canto suo, permette il trasporto dei prodotti da una grancia all’altra – Montisi, Scrofiano, Stigliano, Serre di Rapolano, San Quirico, Spedaletto – o nei luoghi del consumo minuto, favorendo una prima specializzazione della produzione all’interno delle singole grance. Lo stemma – una scala sormontata da una croce – che vediamo qui a Cuna, o nel grande mulino e in altre numerose emergenze, ci ricorda la ricchezza e la potenza del Santa Maria. Nella stessa maniera, i poderi sparsi sulle colline testimoniano l’antica e longeva storia della mezzadria.