La storia

La storia del territorio monteronese
Il suo sviluppo economico fu dovuto in gran parte all’espansione dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena che vi acquisì numerosi terreni già agli inizi del 1200. Nel 1322, la costruzione di un grandioso mulino, operata proprio dall’ente senese di fronte alla già esistente chiesa di San Donato, diede il via all’accrescimento del borgo di Monteroni.
Nel XIV secolo, tutto l’abitato si stringeva intorno al mulino e alle due chiese (S. Donato e San Giusto), lungo la strada francigena. Mentre il borgo era quasi tutto di proprietà del Santa Maria della Scala (mulino, palazzo adibito a magazzino del grano, due osterie, diversi fabbricati), la proprietà terriera era ancora in parte di famiglie magnatizie di Siena (Tolomei, Piccolomini, Mignanelli).
La Grancia di Cuna ebbe un ruolo fondamentale per questo territorio, non solo perché lo amministrava per conto dell’Ospedale di Siena, ma anche perché promosse molti miglioramenti tecnici dal punto di vista agricolo, comprese le bonifiche dei terreni vicini al fiume Arbia, edile, con la fortificazione di strutture difensive, costruzione di ponti e regimazione delle acque. Tutta la zona subì tuttavia diversi tragici eventi che ne frenarono ripetutamente l’incremento demografico e che causarono danni enormi alle strutture e alla popolazione a partire dalle pestilenze (quella del 1348 fu la più devastante), le incursioni delle Compagnie di Ventura a metà del XIV secolo e la cosiddetta “Guerra di Siena” (1553-1555) durante la quale fu bruciato il suo mulino, furono distrutte e danneggiate diverse chiese (Monteroni, Lucignano, Ponte d’Arbia), furono distrutti in parte i castelli di San Fabiano, S. Ansano Gherardi, Radi, Ville di Corsano.
Oggi il Comune di Monteroni d’Arbia è a tutti gli effetti, dal punto di vista storico e geografico, la porta di ingresso verso la provincia senese del sud e cioè di quell’area dal grandissimo valore paesaggistico e artistico il cui asse centrale, la Strada Francigena, ne costituisce l’ossatura. Recentemente, dopo gli anni del boom industriale ed artigianale di questo territorio (ora in flessione), la nostra terra sta riscoprendo una vocazione agricola, agroalimentare (dolci, salumi ecc..) e turistica